Ajouté le 10 janv. 2005
Percorsi
di Cecilia Ribaldi
Su una ruvida superficie di terra e di sassi Livia Alessandrini, con incredibile energia, affronta la sua lotta per la creazione, e affonda il pennello tra le asperità della materia, cercando il suo duende.
Dal surrealismo eredita il superamento della scissione critica tra il sogno e la realtà, e con una grande onda emotiva proietta sullo schermo del quadro il suo mondo interiore.
Dall'eterno confronto dialettico di cultura e natura, fisicità e razionalità, scaturiscono le sue immagini di sogni e di incubi, di passioni e ossessioni.
Attraverso le chine, fino ai suoi ultimi grandi quadri materici, si percorre nelle sue opere un itinerario coerente e ricco di fascino.
Dalla caduta di Lucifero sulla terra, ha inizio il cammino dell'uomo che tenta di liberarsi dal vincolo terreno e di ascendere al cielo. Durante la sua vita apprende il linguaggio per comunicare, impara a costruire città, istituisce riti religiosi e codici di comportamento, ma il percorso di risalita è arduo, elevatissimo è il rischio di perdersi in una foresta incantata o in un labirinto. Il tempo scandisce il ritmo, il vino suscita ebbrezza e le passioni sono in agguato, Dafne preferisce essere trasformata in alloro, tornare natura, piuttosto che essere frantumata da un'oscura forza divina.
Ma la vita senza passione è solo una rappresentazione di maschere senza vita.
Evviva allora la passionalità del matador e la leggerezza del vento che gonfia una sinfonia di vele.
Ma quale mistero nasconde la presenza di uova nei suoi quadri?
L'uovo è un simbolo universale di energia vitale nel quale la vita è espressa in potenza ma anche immagine e modello di totalità.
Come il monolite del film di Kubrick 2001 Odissea nello spazio, l'uovo è presente in ogni fase della vita come ricordo e risposta alla primordiale domanda di conoscenza, la ricerca dell'elemento di origine, e allo stesso tempo come potenzialità di conoscenze da scoprire o forse da recuperare nella memoria.
Il quadro più misterioso è Toros, dove un gruppo minaccioso di tori circondato da uova ci volge le spalle in attesa di un evento.
La pittura di Livia Alessandrini è tutto questo,un percorso onirico nella storia dell'uomo , realizzata con una pittura fortemente materica o attraverso una raffinata tecnica trasforma tutto quello che tocca in pietra.
Gli elementi con i quali costruisce i sui discorsi sono i simboli universali dell'inconscio e la scelta di determinati temi:
La Spagna, luogo mitico di forti passioni, di una vitalità sanguigna ed estrema, dove il binomio amore e morte trova il terreno più favorevole nella forma rituale dello scontro fisico dell'uomo con il toro; il duende, che raggiunge i suoi accenti più impressionanti nella corrida perchè "il torero morso dal duende dà una lezione di musica pitagorica e fa dimenticare che sta costantemente buttando il cuore sulle corna... non si tratta di capacità, ma di autentico stile vivo; cioè di sangue; di cultura antichissima, e al tempo stesso, di creazione in atto" (Garcia Lorca, Teoria e gioco del duende); le architetture, spesso uniche tracce del passaggio dell'uomo e della presenza di una storia, palcoscenico di un'esistenza vissuta in sordina e zavorra alla liberazione dell'istinto.
Poi il teatro, metafora della vita, in un eterno scambio di realtà e finzione; infine la barca, simbolo della traversata della vita, del passaggio effimero dell'anima sulla terra, inizio e fine del viaggio.
Roma 2000